11. Großer Preis der Schweiz      1950   1952 
 


1 / 8 Domenica, 27 Maggio 1951    Gran Premio nº 8   
Pole Position
 2′35″9

 Juan Manuel Fangio   Alfa Romeo


Pioggia
Giro Veloce (1 Punto)
 2′51″1

 Juan Manuel Fangio   Alfa Romeo

Bremgarten


Berna


Svizzera


1950 - 1954

42 Giri x 7,280 km
305,760 km

1 / 8 Domenica, 27 Maggio 1951    Gran Premio nº 8   
  Pilota   Scuderia Giri   Distacco/Ritiro Griglia Punti
Juan Manuel Fangio Alfa Romeo 42 2:07′53″64 9
Piero Taruffi Scuderia Ferrari 42 +55″24 6
Giuseppe Farina Alfa Romeo 42 +1′19″31 4
Consalvo Sanesi Alfa Romeo 41 +1 Giro 3
Emmanuel De Graffenried Alfa Romeo 40 +2 Giri 2
Alberto Ascari Scuderia Ferrari 40 +2 Giri
Louis Chiron Enrico Platé - Maserati 40 +2 Giri 19º
Stirling Moss HWM-Alta 40 +2 Giri 14º
Louis Rosier Écurie Rosier - Talbot-Lago-Talbot 39 +3 Giri
10º Philippe Étancelin Talbot-Lago-Talbot Privata 39 +3 Giri 12º
11º Rudi Fischer Écurie Espadon - Ferrari 39 +3 Giri 10º
12º Harry Schell Enrico Platé - Maserati 38 +4 Giri 17º
Rit Peter Whitehead Ferrari Privata 36 Incidente
13º Johnny Claes Écurie Belge - Talbot-Lago-Talbot 35 +7 Giri 18º
14º Guy Mairesse Écurie Belgique - Talbot-Lago-Talbot 31 +11 Giri 21º
Rit Henri Louveau Écurie Rosier - Talbot-Lago-Talbot 30 Incidente 11º
Rit George Abecassis HWM-Alta 23 Alternatore 20º
Rit Yves Giraud-Cabantous Talbot-Lago-Talbot Privata 14 Accensione 15º
Rit Luigi Villoresi Scuderia Ferrari 12 Incidente
Rit José Froilán González Talbot-Lago-Talbot Privata 10 Pompa dell'olio 13º
Rit Peter Hirt Écurie Espadon - Veritas-Meteor-Veritas 0 Alimentazione 16º
F Francis Rochat Equipe Simca-Gordini - Scuderia ritirata -
F Maurice Trintignant Equipe Simca-Gordini - Scuderia ritirata -
F André Simon Equipe Simca-Gordini - Scuderia ritirata -
F Robert Manzon Equipe Simca-Gordini - Scuderia ritirata -
F Peter Stæchelin Écurie Espadon - Ferrari - Incidente durante le prove -

1 / 8 Domenica, 27 Maggio 1951    Gran Premio nº 8   
 Podio Piloti  Podio Costruttori  Podio Motori

Piero Taruffi

Juan Manuel Fangio

Giuseppe Farina

Ferrari

Alfa Romeo

Alfa Romeo

Ferrari

Alfa Romeo

Alfa Romeo
 Piloti Vittoria 4a per Juan Manuel Fangio
Pole Position 5a per Juan Manuel Fangio
Giro Veloce 4º per Juan Manuel Fangio
Podio 1º per Piero Taruffi
Hat Trick 3º per Juan Manuel Fangio
Grand Chelèm -
Gran Premi Disputati 2º per Henri Louveau
1º per George Abecassis, Peter Hirt, Rudi Fischer e Stirling Moss
Ultimo Gran Premio Ultimo GP per Henri Louveau
 Costruttori Vittoria 7a per Alfa Romeo
Doppietta -
Pole Position 7a per Alfa Romeo
Giro Veloce 7º per Alfa Romeo
Podio -
Gran Premi Disputati 1º per HVM e Veritas
Ultimo Gran Premio -
 Motori Vittoria 7a per Alfa Romeo
Pole Position 7a per Alfa Romeo
Giro Veloce 7º per Alfa Romeo
Podio -
Gran Premi Disputati 1º per Veritas
Ultimo Gran Premio -

1 / 8 Domenica, 27 Maggio 1951    Gran Premio nº 8   

Stirling Moss al debutto su HWM-Alta
Juan Manuel Fangio affronta, con l'Alfetta 159, il pavé bagnato
Piero Taruffi, al volante della Ferrari 375, affronta la pioggia torrenziale
Juan Manuel Fangio taglia vittorioso il traguardo

 Pre-Gara
La stagione 1951 si apre in Svizzera, sull'insidioso tracciato di Bremgarten. La gara si disputa il 27 Maggio, data in cui normalmente si tiene il Gran Premio di Monaco, tuttavia quest'anno non viene disputato e sarà il GP di Germania, in luglio, il suo sostituto.
C'è grandissima attesa per la sfida, che si prospetta infuocata, tra l'Alfa Romeo e la Ferrari.

L'Alfa Romeo si presenta al via con 4 ″Alfette″ 159 che affida a Farina, Fangio, Sanesi e al pilota locale De Graffenried.
Le vetture si presentano leggermente diverse tra loro: Fangio e Sanesi hanno una normale 159 da 410CV; Farina dispone invece di una versione modificata con due serbatoi laterali da 320 litri totali che, in seguito ai problemi di consumi monstre verificatisi già nel GP d'Italia 1950, dovrebbero consentirgli di percorrere l'intera distanza di gara senza effettuare alcuna sosta. L'ultima 159 invece, quella di De Graffenried, è una versione con un motore leggermente potenziato, il quale eroga 430CV.

La Ferrari schiera tre 375 (già all'esordio nel GP d'Italia 1950) con motori da 380CV, e al volante troviamo Ascari, Taruffi e Villoresi. Con delle vetture private troviamo Whitehead e Fischer.

La Maserati abbandona le vecchie 4CLT-48 (in uso dal 1948) ma è comunque rappresentata dalle due vetture del team Enrico Platé con Chiron e Schell.

La Talbot-Lago è presente con ben 7 vetture, tuttavia la fabbrica di Suresnes si trova in cattive acque, tanto da aver già dichiarato bancarotta da due mesi, e le vetture sono state vendute a team indipendenti e ad alcuni clienti abituali.
Le T26C-DA, nella versione più evoluta a doppia accensione, riescono a sviluppare solo 280CV, ben lontane quindi dalle prestazioni di Alfa Romeo e Ferrari. Al volante troviamo Rosier, Étancelin, Louveau, Giraud-Cabantous, Mairesse, Claes e González.

Sul tracciato bernese, è concessa la partecipazione anche a vetture di Formula 2, e chiuduno dunque lo schieramento la piccola casa inglese HWM e la Veritas-Meteor. La prima porta due vetture che affida agli esordienti Stirling Moss e George Abecassis; mentre la seconda porta, tramite il team Espadon, una sola vettura con un motore 6 cilindri da 2 litri per Peter Hirt.

Assenti invece la Simca-Gordini e la BRM. La prima aveva inizialmente iscritto due T15 che poi rinuncia a portare all'evento; mentre la seconda è afflitta da continui problemi di affidabiltà e messa a punto delle sue potentissime P15 con motore V16.


 Qualifiche
Le qualifiche, a differenza della gara, si svolgono in una giornata soleggiata.

Fangio e Farina si dimostano subito molto veloci e, nonostante il circuito sia molto tortuoso e impegnativo, girano ad una media di 168 km/h e si accaparrano le prime due posizioni.

La Ferrari conquista la terza piazza con Villoresi (a più di 3″ di distacco da Fangio), la sesta con Taruffi e la settima con Ascari. Quest'ultimo è molto in difficoltà per via di una grave ustione al braccio, rimediata la settimana prima durante una gara di vetture sport a Genova.

In 4a e 5a posizione troviamo le altre due Alfa Romeo, rispettivamente di Sanesi e De Graffenried.
Primo degli indipendenti è Louis Rosier, in 8a piazza con la sua Talbot-Lago.


 Cronaca di Gara
La pioggia torrenziale non ferma il pubblico: sono oltre 150.000 gli spettatori assiepati lungo il tracciato. Condizioni meteorologiche che inficiano molto la già complicata situazione di Ascari, per via dell'ustione, tanto che prima del via, scambia la vettura con il compagno di squadra Taruffi, scendendo così in pista con la monoposto dello scorso anno.
A causa del meteo avverso, la direzione gara, autorizza i piloti ad effettuare un giro di ricognizione per prendere dimestichezza con le condizioni della pista; tuttavia Hirt fa spegnere la sua vettura, costringendo così tutto lo schieramento ad attendere che i suoi meccanici lo rimettano in moto, ritardando così la partenza.

Non appena la bandiera svizzera viene abbassata dando il via alla corsa, Fangio balza in testa seguito da Farina, Villoresi e Fischer. Tutte le vetture sollevano imponenti spruzzi d'acqua, ad eccezzione della Veritas-Meteor di Hirt, la quale si è spenta di nuovo a causa di un malfunzionamento alla pompa della benzina.
Dietro le Alfa Romeo di testa troviamo la prima Ferrari, quella di Villoresi seguito dalla quarta ″Alfetta″ del locale De Graffenried. Ascari è sesto, ma le sue condizioni fisiche si fanno sempre più critiche e la sua guida ne sta risentendo parecchio. Il compagno di squadra Taruffi, partito male, sembra trovarsi invece a suo agio in queste condizioni e sta recuperando terreno.
Al termine del primo giro la classifica è: Fangio, Farina e Sanesi (Alfa Romeo), Villoresi (Ferrari), De Graffenried (Alfa Romeo), Ascari (Ferrari), Fischer (Ferrari), Whitehead (Ferrari), Taruffi (Ferrari), Étancelin (Talbot-Lago).

Le auto continuano a sollevare ingenti quantitativi d'acqua rendendo la visibilità pressochè nulla ma, ciò nonostante, Farina riesce a rimanere negli scarichi di Fangio fino al 5º giro quando, l'argentino, inizia a spingere ed incrementa il proprio vantaggio al ritmo di 1 secondo al giro.
Nel frattempo, il francese Giraud-Cabantous rientra ai box per farsi sostituire le candele.

Durante il 6º giro, Villoresi riesce ad avere la meglio su Sanesi, prendendosi così la terza piazza mentre, nel giro successivo, Fangio non lesina con l'acceleratore e chiude il giro con una media di 147,07 km/h.
Anche Taruffi continua a recuperare terreno e, al 9º giro raggiunge e sorpassa con facilità il compagno di squadra Ascari il quale, trovandosi sempre più in difficoltà per le sue condizioni fisiche, lo lascia passare cedendogli così la nona posizione.

Al 10º giro la classifica recita: Fangio sempre al comando seguito da Farina (+3″1), Villoresi (+22″8), Sanesi (+29″9), De Graffenried (+31″5) e Taruffi (+49″3). Seguono poi Ascari e Fischer ad oltre 1 minuto di distacco. Più sfortunato è invece Gonzàlez il quale si vede costretto al ritiro per noie alla pompa dell'olio.

Due giri dopo è Villoresi che si ritira a causa di un suo errore: percorrendo il tornante con la traiettoria sbagliata, urta la parete della casa forestale, andandosi poi a schiantare tra le balle di paglia; fortunatamente ne esce illeso.
Nel frattempo la rimonta di Taruffi è inarrestabile e, nel corso del 13º giro, si mette alle spalle De Graffenried, piazzandosi in quarta posizione; nel 14º invece passa anche Sanesi, conquistando così la terza posizione. Diversamente va per Giraud-Cabantous il quale si vede costretto al ritiro per problemi di accensione.
Davanti intanto Farina si trova sempre in seconda posizione a 40 secondi di distacco da Fangio il quale non accenna a rallentare. Seguono Taruffi (+53″1), Sanesi (+2′8″2), De Graffenried (+2′16″5), Ascari (+2′50″7) e Chiron (+4′15″9).

Due giri dopo (23º) mentre Abecassis si ritira poiché tradito dall'alternatore, Fangio rientra ai box per il rifornimento il quale, richiedendo 31 secondi, lo pone dietro Farina al rientro in pista. Il torinese, nonostante abbia una vettura che gli consente di non effettuare soste, non riesce a mantenere a lungo il vantaggio, tant'è che già nel 29º giro ricede la posizione all'argentino il quale prende subito margine grazie a Taruffi che si sta facendo sempre più ingombrante negli specchietti di Farina.

Nel giro successivo, il trentesimo, si sfiora la tragedia quando, il francese Louveau, perde il controllo della sua Talbot-Lago e si va a schiantare, ribaltandosi, contro un palo del telegrafo procurandosi le fratture di una gamba e della clavicola; ferite che porteranno poi il francese alla decisione di porre fine alla sua carriera agonistica.
L'incidente comunque non intimorisce Fangio il quale, nel 33º giro, stabilisce il giro più veloce in 2′51″1 con una media di 153,47 km/h.

Un'altra frattura, questa volta al naso, arriva nel corso del 35º per Whitehead quando, dopo aver superato Ascari due giri prima, perde il controllo della sua Ferrari e, finendo fuori pista, sbatte violentemente la testa contro il parabrezza.
Nel frattempo, davanti, Taruffi continua a guadagnare terreno su Farina e, nel 38º giro, lo affianca davanti alle tribune e lo supera alla fine del rettilineo prendendo subito vantaggio sul torinese il quale, sfinito dall'aver guidato una vettura molto pesante per via del serbatoio supplementare, non è più in grado di reggere il ritmo degli avversari.

Fangio si dimostra sovrano sotto la pioggia e vince con più di 1 minuto di vantaggio su Taruffi, autore di una coraggiosa rimonta. Farina chiude terzo davanti al compagno di squadra Sanesi. L'ultimo alfiere dell'Alfa Romeo, De Graffenried, commette il medesimo errore di Villoresi, urtando la casa forestale e finendo contro le balle di paglia; tuttavia riesce a ripartire e tagliare il traguardo in 5a posizione.
Nonostante le ustioni e i dolori fisici, Ascari riesce a completare la gara e chiudere, approfittando anche dei ritiri altrui, in sesta posizione davanti a Chiron, Moss e Rosier. Da sottolineare l'ottavo posto del debuttante Stirling Moss, il quale è autore di una gara impeccabile nonostante i limiti della sua modesta HWM Formula 2.

Neparius