• Reims - Luigi Villoresi su Ferrari 375
  • Silverstone - Alfa Romeo 159B di Giuseppe Farina
  • Silverstone - José Froilán González su Ferrari 375
  • Nürburgring - Le Talbot-Lago T26C-DA della Écurie Rosier
  • Pedralbes - Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo 159M
1 2 3 4 5
8 Gare Dal 27 Maggio al 28 Ottobre
Motore Tipologia Qualsiasi
Sovralimentazione Consentita
Cilindrata 4.500 cc (atmosferico) o 1.500 cc (sovralimentato)
Numero di cilindri Illimitati
RPM massimi Illimitati
Quantità di motori Illimitata
Quantità di cambi Illimitata
Carburante Tipo di carburante Qualsiasi
Rifornimento Consentito
Consumo Illimitato
Altro Peso Minimo Nessuna restrizione
Condivisione vettura Consentita
Innovazioni tecniche Freni a disco
Punteggio Gara 8 - 6 - 4 - 3 - 2
In caso di condivisione dell'auto, i punti vengono suddivisi tra i piloti
Giro veloce 1
In caso di parimerito, viene suddiviso tra i piloti
Campionato piloti Contano solo i migliori 4 risultati
Campionato costruttori Non sono assegnati punti ai costruttori


 Pillole di campionato
Il 1951 è, nella storia della Formula 1, un anno molto importante sia sportivamente che tecnicamente: Fangio conquista il suo primo titolo mondiale, si vede l'addio dell'Alfa Romeo, dominatrice assoluta dei Gran Premi del dopo guerra, e si assiste alla prima vittoria della Ferrari in Formula 1, nel GP di Gran Bretagna.
Ed è proprio questo l'aspetto più significativo perché, Enzo Ferrari, aveva già intuito nella stagione precedente la limitatezza dei motori compressi, i quali avevano ormai già dato tutto quello che potevano. Il ″Drake″ schiera dunque la 375 (all'esordio nel GP d'Italia 1950), una vettura aspirata da 4.500 cm3, la quale si aggiudica 3 gare e solo nel Gran Premio di Spagna cederà all'″Alfetta″ 159, a seguito di un errore nella scelta delle gomme.
L'Alfa Romeo affronta la stagione 1951 appunto con l'″Alfetta″ 159 (anch'essa già al debutto nel GP d'Italia), la quale presenta diverse migliorie all'impianto frenante, alla trasmissione e dispone del ponte De Dion. Rispetto alla precedente 158, la 159 pesa 80 kg in più ma il notevole aumento di potenza del motore (425CV contro i 370CV della 158) porta il rapporto peso/potenza all'eccezionale valore di 1,67 kg/CV. Tuttavia, i consumi monstre di carburante (0,580 km/l), saranno il suo tallone d'Achille poichè i piloti si vedono costretti ad effettuare più soste per il rifornimento e ad installare un serbatoio laterale aggiuntivo.

La fine dei motori compressi è comunque segnata, e se ne rende conto anche la Commissione Sportiva Internazionale, la quale andrà a modificare il regolamento conclusosi questo campionato.

Per quanto riguarda i piloti non ci sono significativi cambi di casacca: i protagonisti della stagione 1950, sono ancora al volante delle medesime scuderie. Tuttavia è nel corso di questa stagione che debutta Stirling Moss il quale, dopo le prime stagioni in chiaroscuro, si rivelerà molto forte.

Un altro debutto degno di nota è senza dubbio quello della British Racing Motors (BRM), fondata da Raymond Mays. Inizialmente partecipa ad alcuni appuntamenti non validi per il campionato del mondo ma, nonostante una vettura originale spinta da un motore 16 cilindri, il team riuscirà solo a dare dimostrazione di scarsa affidabilità. L'esordio nel campionato sarà in occasione del GP di casa, a Silverstone, arrivando senza brillare particolarmente al 5º e 7º posto; mentre a Monza non si riusciranno neppure a qualificare.
Sarà dalla metà degli anni '50, quando il team si affida ad Alfred Owen, che si inizierà a costruire la leggenda di una delle Case più importanti della storia.


 Cronaca del campionato
Perso il titolo del 1950 all'ultima gara, Juan Manuel Fangio si rifà e conquista il suo primo titolo mondiale. Nelle prime tre gare, escludendo la 500 miglia di Indianapolis, vincono sempre le Alfa Romeo. Dopo queste tre gare si assiste a un incredibile miglioramento delle Ferrari.

In Svizzera, sul pericoloso tracciato del Bremgarten, si disputerà il primo GP della stagione, all'incirca nel periodo in cui normalmente si svolge il Gran Premio di Monaco (non disputatosi nel 1951). L'Alfa Romeo domina le qualifiche con 4 vetture nelle prime 5 posizioni e, nonostante la pioggia a rendere ancor più pericoloso il circuito, la scuderia milanese si impone anche in gara vincendo con Fangio davanti alla Ferrari di Taruffi e a Farina, il quale commette un errore di strategia decidendo di non sostituire mai gli pneumatici.

La 500 Miglia di Indianapolis è il secondo appuntamento e, anche quest'anno, viene snobbato da tutti i piloti europei (anche perché si disputa solo tre giorni dopo il GP svizzero). La gara viene vinta da Lee Wallard su Kurtis Kraft-Offenhauser.

Si torna in Europa, e torna anche il dominio dell'Alfa Romeo sia in Belgio con Farina che in Francia - valevole anche come Gran Premio d'Europa - con il tandem Fagioli-Fangio. Da segnalare la scarsa partecipazione al GP belga (solo 13 iscritti) a causa dei timori di molti piloti nei confronti del veloce tracciato delle Ardenne.

Con il GP di Gran Bretagna arriva la prima storica vittoria per la Ferrari ottenuta da José Froilán González grazie ai minori consumi della sua Ferrari rispetto alle Alfa (costrette ad effettuare due rifornimenti). Questa è anche la prima vittoria conseguita da Enzo Ferrari con una vettura costruita dalla sua stessa azienda diventando, nel corso degli anni, la squadra di maggior successo nella storia della Formula 1.
Escludendo la 500 Miglia di Indianapolis, questa è di fatto la prima gara che l'Alfa Romeo non vince e lo stesso Francesco Quaroni - direttore generale dell'Alfa Romeo - invierà un telegramma di congratulazioni al ″Drake″.

Nel 1951 decade il divieto per la Germania Ovest di partecipare a competizioni sportive internazionali, pertanto torna in calendario il Gran Premio di Germania sul lunghissimo ed insidioso tracciato del Nürburgring Nordschleife, il quale non ospitava una competizione internazionale dal 1939. La Ferrari bissa il successo in terra inglese, con la prima vittoria per Alberto Ascari.

Altro momento storico è il successivo Gran Premio d'Italia dove, sul veloce tracciato brianzolo, la Ferrari ottiene la prima doppietta della sua storia mettendosi anche in lizza, con Alberto Ascari, per la vittoria del titolo mondiale nell'ultimo appuntamento stagionale.

In Spagna, Fangio e Ascari si giocano il tutto per tutto ma, la Ferrari, monta delle gomme più piccole a differenza di quelle usate nei precedenti GP. La strategia si rivelerà purtroppo fallimentare, con un eccessivo consumo degli pneumatici, consegnando il titolo iridato a Juan Manuel Fangio.

Neparius