35th Running of the Indianapolis 500      1950   1952 
 


2 / 8 Mercoledì 30 Maggio 1951    Gran Premio nº 9   
Pole Position (4 Giri)
 4′23″74

 Duke Nalon   Kurtis Kraft-Novi


Soleggiato
Giro Veloce (1 Punto)
 1′07″26

 Lee Wallard   Kurtis Kraft-Offenhauser

Indianapolis Motor Speedway


Indianapolis


Indiana, USA


1950 - 1960

200 Giri x 4,023 km
804,600 km

2 / 8 Mercoledì 30 Maggio 1951    Gran Premio nº 9   
  Pilota   Scuderia Giri   Distacco/Ritiro Griglia Punti
Lee Wallard Kurtis Kraft-Offenhauser 200 3:57′38″05 9
Mike Nazaruk Kurtis Kraft-Offenhauser 200 +1′47″24 26º 6

Jack McGrath
Manny Ayulo
Kurtis Kraft-Offenhauser 100
100
+2′51″39 2
2
Andy Linden Sherman-Offenhauser 200 +4′40″12 25º 3
Bobby Ball Schroeder-Offenhauser 200 +4′52″23 2
Henry Banks Moore-Offenhauser 200 +5′40″02 12º
Carl Forberg Kurtis Kraft-Offenhauser 193 +7 Giri 22º
Duane Carter Deidt-Offenhauser 180 +20 Giri 15º
Tony Bettenhausen Deidt-Offenhauser 178 Testacoda 29º
10º Duke Nalon Kurtis Kraft-Novi 151 Motore
11º Gene Force Kurtis Kraft-Offenhauser 142 Pressione dell'olio 22º
12º Sam Hanks Kurtis Kraft-Offenhauser 135 Testacoda 12º
13º Bill Schindler Kurtis Kraft-Offenhauser 129 Biella 16º
14º Mauri Rose Deidt-Offenhauser 126 Testacoda
15º Walt Faulkner Kuzma-Offenhauser 123 Albero a camme 14º
16º Jimmy Davies Pawl-Offenhauser 110 Asse posteriore 27º
17º Fred Agabashian Kurtis Kraft-Offenhauser 109 Frizione 11º
18º Carl Scarborough Kurtis Kraft-Offenhauser 100 Cuscinetto della ruota 15º
19º Bill Mackey Hall-Offenhauser 97 Frizione 33º
20º Chuck Stevenson Marchese-Offenhauser 93 Incendio 19º
21º Johnnie Parsons Kurtis Kraft-Offenhauser 87 Alternatore
22º Cecil Green Kurtis Kraft-Offenhauser 80 Biella 10º
23º Troy Ruttman Kurtis Kraft-Offenhauser 78 Albero a camme
24º Duke Dinsmore Schroeder-Offenhauser 73 Surriscaldamento 32º
25º Chet Miller Kurtis Kraft-Novi 56 Accensione 28º
26º Walt Brown Kurtis Kraft-Offenhauser 55 Alternatore 13º
27º Rodger Ward Bromme-Offenhauser 34 Condotto dell'olio 25º
28º Cliff Griffith Kurtis Kraft-Offenhauser 30 Semiasse 18º
29º Bill Vukovich Trevis-Offenhauser 29 Perdita d'olio 20º
30º George Connor Lesovsky-Offenhauser 21 Trasmissione 22º
31º Mack Hellings Deidt-Offenhauser 18 Motore 23º
32º Johnny McDowell Maserati-Offenhauser 15 Perdita di benzina 26º
33º Joe James Watson-Offenhauser 8 Trasmissione 26º

2 / 8 Mercoledì 30 Maggio 1951    Gran Premio nº 9   
 Podio Piloti  Podio Costruttori  Podio Motori
 

Mike Nazaruk

Lee Wallard
 
Jack McGrath
Manny Ayulo

Kurtis Kraft

Kurtis Kraft

Kurtis Kraft

Offenhauser

Offenhauser

Offenhauser
 Piloti Vittoria 1a e ultima per Lee Wallard
Pole Position 1a e ultima per Duke Nalon
Giro Veloce 1º e ultimo per Lee Wallard
Podio 1º per Jack McGrath
1º e ultimo per Lee Wallard, Manny Ayulo e Mike Nazaruk
Hat Trick -
Grand Chelèm -
Gran Premi Disputati -
Ultimo Gran Premio -
 Costruttori Vittoria 2a per Kurtis Kraft
Doppietta 1a per Kurtis Kraft
Pole Position 2a per Kurtis Kraft
Giro Veloce 2º per Kurtis Kraft
Podio -
Gran Premi Disputati -
Ultimo Gran Premio -
 Motori Vittoria 2a per Offenhauser
Pole Position 1a per Novi
Giro Veloce 2º per Offenhauser
Podio -
Gran Premi Disputati -
Ultimo Gran Premio -

2 / 8 Mercoledì 30 Maggio 1951    Gran Premio nº 9   

Troy Ruttman su Kurtis Kraft-Offenhauser
Mike Nazaruk su Kurtis Kraft-Offenhauser
Lee Wallard su Kurtis Kraft-Offenhauser
Lee Wallard, festeggia la vittoria

 Pre-Gara
Anche quest'anno la 500 Miglia di Indianapolis è una gara valida per il Campionato del Mondo ma, come per il 1950, non vedrà la partecipazione di nessun pilota europeo.
L'unica eccezione è il giornalista francese Jean Achard, il quale parteciperà personalmente impiegando una Talbot-Lago T26C acquistata da Philippe Étancelin; purtroppo però non riuscendo neppure a qualificarsi.

La gara si svolge a soli tre giorni di distanza dal Gran Premio di Svizzera e prevede l'impiego di vetture con apposite specifiche tecniche dovute alla particolarità del tracciato: esso presenta infatti solo quattro curve a sinistra tutte sopraelevate.

Il costruttore statunitense Kurtis Kraft è il maggiormente rappresentato, forte anche della vittoria nell'edizione precedente, ha ben venti vetture iscritte. Per l'Europa, oltre alla Talbot-Lago, l'unica squadra presente è la Maserati la quale porta 3 monoposto di cui solo una motorizzata con il propulsore modenese.
Per quanto riguarda invece i motori, è ancora Offenhauser a farla da padrone tanto che, il 90% dello schieramento, è equipaggiato proprio con quel propulsore.
Seppur in quantità molto più modeste (solo 3 vetture), anche Novi è presente con il suo 8 cilindri da 3.0 litri, il quale si mette particolarmente in mostra durante le qualifiche.


 Qualifiche
A differenza delle gare europee, le qualfiche della 500 Miglia seguono un iter completamente diverso: sono previste infatti diverse giornate di prova, le quali vanno a comporre a mano a mano l'intero schieramento.
A stabilire l'ordine di partenza non è il consueto ″tempo sul giro″ bensì la velocità media con cui si percorrono 4 giri lanciati consecutivi. La media minima per qualificarsi è i 185 km/h e sono ammessi solo i 33 piloti migliori.

Con una media di 219,672 km/h e un tempo complessivo di 4′23″74, è Duke Nalon a conquistarsi la pole position (come già aveva fatto nel 1949) al volante della Kurtis Kraft motorizzata da Novi. Nettamente più lento, con la media di 217,324 km/h, Lee Wallard su Kurtis Kraft-Offenhauser conquista la seconda posizione mentre il terzo posto se lo assicura Jack McGrath con i suoi 216,140 km/h.


 Cronaca di Gara
La partenza, lanciata com'è consuetudine nelle gare d'oltreoceano, è accompagnata, oltre che da un clima caldo e soleggiato, anche da 150.000 spettatori assiepati sugli spalti.

Al via, Duke Nalon e Troy Ruttman, esitano e vengono superati da molti piloti: Lee Wallard e Jack McGrath, i quali prendono il comando della corsa, seguiti da Ward, Carter, Bettenhausen e Green. Per Nalon le difficoltà continuano e si trova già costretto ad effettuare un primo pit stop; nel frattempo Wallard e McGrath continuano a contendersi la prima posizione in un susseguirsi di sorpassi e controsorpassi.
Nelle retrovie iniziano anche i primi ritiri: James rompe l'albero cardanico all'ottavo giro, McDowell ha problemi con il serbatoio nel corso del 15º giro e, nel 18º il motore tradisce Hellings.

La battaglia tra Wallard e McGrath continua imperterrita fino al 16º giro quando è proprio quest'ultimo ad andare al comando e, Cecil Green, recupera terreno e si unisce alla lotta del duo di testa. Wallard impone alla corsa un ritmo molto alto tanto che, oltre a riprendere il comando e distanziarsi da McGrath, segna, alla 23a tornata, il giro più veloce con una media di oltre 215 km/h. McGrath non riesce a mantenere il ritmo e cede anche la seconda posizione all'arrembante Green, il quale riesce a raggiungere il leader e porsi, seppur per un breve periodo, al comando della gara. Anche nelle retrovie la gara è molto movimentata e i cambi di posizione sono continui.

Alle 50 miglia percorse (20 giri) la classifica recita: Wallard, McGrath (+0″33), Green (+0″66), Faulkner (+5″50), Davies (+16″00), Agabashian (+18″37), Nazaruk (+20″24), Parsons (+22″01), Schindler (+22″51) e Vukovich (+30″72).

Mentre si verificano altri tre ritiri (Connor e Vukovich al 29º giro, Griffith al 30º e Ward al 34º), tra i piloti di testa, Green è il primo a rientrare ai box per il cambio gomme, presto imitato anche da McGrath e Wallard, lasciando così il comando a Davies, il quale lo mantiene fino al suo rientro ai box nel corso del 76º giro. Sono invece costretti ad alzare bandiera bianca Brown, per un guasto all'alternatore, e Liller rispettavente al giro 55 e 56.
Al compimento della 60a tornata (150 miglia), Davies è dunque in testa davanti a Faulkner, Parsons, Green, Wallard, Nazaruk, Banks, Agabashian, McGrath e Scarborough. Altri ritiri sopraggiungono nel giro 73 e 78 rispettivamente per Dinsmore, a causa del surriscaldamento del motore, e per Ruttman per via della rottura di un cuscinetto.
Con la sosta ai box di Davies è Green, autore di una notevole rimonta, a prendere il comando della corsa. Purtroppo per lui però, non rimarrà in testa a lungo: nel 81º giro infatti, un pistone cede ed il suo motore esplode in maniera piuttosto spettacolare determinandone il ritiro. Il comando passa dunque a Wallard, il quale aveva appena superato Faulkner.

Poco prima della metà gara, inizia un nuovo valzer di pit stop, preceduto però da ulteriori ritiri: Parsons, vincitore della precedente edizione, rompe l'alternatore all'87º giro; Stevenson si ferma al 93º con la vettura in fiamme e al 97º è il turno di Mackey per via di un guasto alla frizione. Rimangono dunque solo 17 monoposto in pista, ovvero la metà di quelle che hanno preso il via.
Al 100º giro altri due ritiri: Scarborough rompe un cuscinetto mentre McGrath è vittima di fortissimi crampi alle gambe e cede il volante, in occasione del pit stop, a Manny Ayulo, il quale non si era qualificato.

La classifica a metà gara recita: Wallard, Faulkner (+14″45), Nazaruk (+1 Giro), Ayulo (+1 Giro), Banks, Agabashian, Davies, Rose, Bettenhausen e Force.

Altri due ritiri si verificano tra il 109º e il 110º giro: Agabashian per un guasto alla frizione e Davies per la rottura dell'asse posteriore.
Nel frattempo Wallard conduce la gara con un vantaggio siderale essendo riuscito a doppiare tutti i piloti in gara pertanto, salvo incidenti o rotture, la vittoria è già nelle sue mani. Nazaruk è dunque secondo, davanti a Faulkner e Rose i quali si andranno però ad aggiungere all'elenco dei ritirati: Faulkner viene tradito dalla rottura dell'albero motore al 123º giro mentre, quattro giri dopo, il 3 volte vincitore Rose (1941, 1947 e 1948), fora la ruota posteriore finendo così in testacoda e, uscendo di pista, si ribalta nell'erba. Ne esce fortunatamente illeso ma l'incidente lo convincerà a mettere definitivamente fine alla sua carriera.
Successivamente alla neutralizzazione data dall'incidente, si verificano ulteriori due ritiri: la rottura di una biella ferma Schindler al 129º giro mentre, al 135º, Hanks va in testacoda e colpisce il muro, fortunatamente senza farsi del male.

Il nuovo valzer dei pit stop non porta a stravolgimenti della classifica se non per il sorpasso di Ball su Ayulo, ottenendo così la terza posizione mentre Force si deve ritirare alla 142a tornata, per problemi alla pressione dell'olio, e il poleman Nalon abbandona alla 151a con il motore in panne.
I piloti rimasti in gara sono dunque solo 9, ma Wallard continua ad incrementare il vantaggio che ormai, per gli inseguitori, si conta in giri di ritardo. Durante la sosta per il rifornimento, il suo box, gli chiede di rallentare e gestire l'enorme vantaggio evitando così rischi inutili.
La cavalcata trionfale di Wallard, continua imperterrita sino al traguardo e nemmeno il testacoda, con conseguente impatto contro il muro, di Bettenhausen al 178º giro; piuttosto che l'incendio sulla monoposto di Ball, lo riescono ad impensierire. Quest'ultimo invece, riuscirà a domare le fiamme con l'aiuto del box e concludere in 5a posizione.

Lee Wallard vince dunque la 500 Miglia di Indianapolis al suo quarto tentativo, completando gli ultimi 20 giri con un ammortizzatore rotto e a corto di freni. Il record di velocità media dell'evento è ampiamente stracciato poichè, per la prima volta in assoluto, vengono superati i 200 km/h (203,17 km/h).
A completare il podio troviamo Nazaruk e Ayulo, il quale condividerà il terzo posto con McGrath; a seguire Linden, Ball, Banks, Forberg e Carter.
Il ritmo, costantemente molto elevato, della gara ha portato a moltissimi cedimenti meccanici: sono solo 8 i piloti che riescono a tagliare il traguardo rispetto ai 33 al via.

Wallard, con i 9 punti di vittoria e giro veloce, eguaglia Fangio in testa alla classifica. Dietro, con 6 punti, troviamo Taruffi e Nazaruk poi Farina a 4.

Neparius