13e Grand Prix de Belgique Automobile      1950   1952 
 


3 / 8 Domenica, 17 Giugno 1951    Gran Premio nº 10   
Pole Position
 4′25″0

 Juan Manuel Fangio   Alfa Romeo


Poco nuvoloso
Giro Veloce (1 Punto)
 4′22″1

 Juan Manuel Fangio   Alfa Romeo

Spa-Francorchamps


Stavelot


Belgio


1950 - 1970

36 Giri x 14,120 km
508,320 km

3 / 8 Domenica, 17 Giugno 1951    Gran Premio nº 10   
  Pilota   Scuderia Giri   Distacco/Ritiro Griglia Punti
Giuseppe Farina Alfa Romeo 36 2:45′66″2 8
Alberto Ascari Scuderia Ferrari 36 +2′51″0 6
Luigi Villoresi Scuderia Ferrari 36 +4′21″9 4
Louis Rosier Écurie Rosier - Talbot-Lago-Talbot 34 +2 Giri 3
Yves Giraud-Cabantous Talbot-Lago-Talbot Privata 34 +2 Giri 2
André Pilette Écurie Belgique - Talbot-Lago-Talbot 33 +3 Giri 12º
Johnny Claes Écurie Belge - Talbot-Lago-Talbot 33 +3 Giri 11º
Pierre Levegh Talbot-Lago-Talbot Privata 32 +4 Giri 13º
Juan Manuel Fangio Alfa Romeo 32 +4 Giri 1
Rit Louis Chiron Écurie Rosier - Talbot-Lago-Talbot 28 Motore
Rit Consalvo Sanesi Alfa Romeo 11 Radiatore
Rit Piero Taruffi Scuderia Ferrari 8 Trasmissione
Rit Philippe Étancelin Talbot-Lago-Talbot Privata 0 Trasmissione 10º
F Prince Bira Écurie Siam - Maserati-OSCA - Vettura non disponibile -
F José Froilán González Enrico Platé - Maserati - Non partecipa al Gran Premio -
F Reg Parnell GA Vandervell - Ferrari - Non partecipa al Gran Premio -

3 / 8 Domenica, 17 Giugno 1951    Gran Premio nº 10   
 Podio Piloti  Podio Costruttori  Podio Motori

Alberto Ascari

Giuseppe Farina

Luigi Villoresi

Ferrari

Alfa Romeo

Ferrari

Ferrari

Alfa Romeo

Ferrari
 Piloti Vittoria 4a per Giuseppe Farina
Pole Position 6a per Juan Manuel Fangio
Giro Veloce 5º per Juan Manuel Fangio
Podio 1º per Luigi Villoresi
Hat Trick -
Grand Chelèm -
Gran Premi Disputati 1º per André Pilette
Ultimo Gran Premio -
 Costruttori Vittoria 8a per Alfa Romeo
Doppietta -
Pole Position 8a per Alfa Romeo
Giro Veloce 8º per Alfa Romeo
Podio -
Gran Premi Disputati -
Ultimo Gran Premio -
 Motori Vittoria 8a per Alfa Romeo
Pole Position 8a per Alfa Romeo
Giro Veloce 8º per Alfa Romeo
Podio -
Gran Premi Disputati -
Ultimo Gran Premio -

3 / 8 Domenica, 17 Giugno 1951    Gran Premio nº 10   

Juan Manuel Fangio e Giuseppe Farina in prima fila alla partenza
André Pilette al volante della Talbot-Lago-Talbot T26C-DA
Juan Manuel Fangio osserva i suoi meccanici impegnati nell'interminabile cambio gomme
Giuseppe Farina portato in trionfo

 Pre-Gara
Dopo la tappa d'oltreoceno, il Campionato del Mondo torna in Europa per il Gran Premio del Belgio. Il tracciato delle Ardenne è, con Monza, il più veloce dei tracciati europei. La pista è sufficientemente larga da permettere il raggiungimento di velocità molto elevate, come nella suggestiva discesa del Masta dove si possono superare anche i 300 km/h. Le altissime velocità intimoriscono però molti piloti e, infatti, con soli 13 iscritti al via, la partecipazione risulta molto scarsa.
Con una media di 42 anni, 9 mesi e 12 giorni, questo rimane, ad oggi, il GP con la più alta età media dei piloti iscritti.

Al via troviamo solo 3 costruttori: Alfa Romeo, Ferrari e Talbot-Lago.
Il costruttore milanese schiera, a differenza del GP di Svizzera, 3 ″Alfette″ 159 identiche per Farina, Fangio e Sanesi.

Anche la Ferrari, diretta avversaria dell'Alfa Romeo, porta in pista 3 vetture con al volante Ascari, completamente ripresosi dalle ustioni al braccio, Villoresi e Taruffi. Anche Tony Vandervell iscrive inizialmente la sua Ferrari 375 per Reg Parnell, ma daranno poi forfait e non parteciperanno all'evento.
Come in Svizzera, la Ferrari, punta a compensare l'ammanco di potenza con una sosta ai box in meno grazie ad un più parsimonioso consumo di carburante.

La fabbrica di Suresnes, ormai fallita, non ha più una scuderia ufficiale, tuttavia è la più rappresentata in pista, con ben sette monoposto al via: oltre alle due dell'Écurie Rosier, con lo stesso Rosier e Chiron al volante (quest'ultimo in sostituzione di Henry Louveau), ci sono 3 monoposto private e le due T26C gialle per i locali Claes (Écurie Belge) e Pilette (Écurie Belgique).
Seppur dal punto di vista della prestazione siano ormai totalmente surclassate dalle monoposto italiane, le Talbot-Lago hanno però qualche speranza di fare bene, avendo dalla loro una considerevole affidabilità che, su questo lungo e veloce tracciato, è assolutamente indispensabile.

Grande assente è la Maserati: per la prima volta dalla nascita della categoria F1, nel 1948, si svolge un Gran Premio internazionale senza il costruttore modenese al via.
Risultano comunque iscritti Prince Bira con la 4CLT/48, motorizzata con il nuovissimo V12 O.S.C.A., e Froilán González con la monoposto della Enrico Platé; ma nessuno dei due prenderà parte all'evento.


 Qualifiche
In qualifica non c'è storia: i potentissimi 8 cilindri milanesi, accoppiati ad un minor peso a vuoto delle monoposto, rendono le Alfa Romeo praticamente imbattibili sul giro secco.
Fangio conquista facilmente la pole position in 4′25″0 con una media di quasi 192 km/h, seguito da Farina a 3 secondi di distacco.
La Ferrari piazza tutti e 3 i suoi alfieri alle spalle della coppia Alfa con Villoresi, migliore dei tre, in terza posizione, seguito poi da Ascari e Taruffi. In sesta posizione, molto più lento dei compagni di squadra, troviamo Sanesi e, alle sue spalle, le sette Talbot-Lago che, a causa della scarse prestazioni delle monoposto transalpine, accumulano ritardi drammatici sul giro secco: Rosier, il più veloce dei sette, chiude il giro lanciato con un ritardo di ben 20 secondi rispetto a Fangio!


 Cronaca di Gara
Nonostante il vantaggio stratosferico avuto in qualifica, l'Alfa Romeo sembra non essere immune alla minaccia Ferrari in gara: la scuderia del Portello ha evidenziato infatti, durante le qualifiche, una rapportatura troppo corta del cambio la quale porta i motori a girare ad oltre 9300 RPM, nella discesa del Masta, andando ad influenzare ulteriormente le loro prestazioni già segnate dall'estremo consumo di carburante. Tutto questo costringe l'Alfa Romeo a montare, senza averli mai provati, pneumatici maggiorati al posteriore (diametro da 19 pollici anziché da 17) per ovviare ai problemi di rapportatura; e ad imbarcare 300 litri di carburante, oltre che effettuare due soste ai box, per placare la ″sete″ degli 8 cilindri sovralimentati. Grazie a consumi più contenuti, la Ferrari riuscirà a coprire i 500 km di gara con una sola sosta ai box mentre, la Talbot-Lago, ancor più ″ecologica″ non avrà necessità di fare rifornimento.

In un clima caldo e soleggiato la gara prende il via: gli pneumatici maggiorati, giunti ed installati in extremis solamente un'ora prima del via, non arridono alle monoposto del Biscione le quali, in partenza, vengono superate da Villoresi che arriva all'Eau Rouge già in testa, seguito da Farina e Ascari. Fangio, per via di un notevole pattinamento, ha perso ben tre posizioni ed ora si trova quarto.
Farina dà filo da torcere a Villoresi e lo passa a Malmédy, ma quest'ultimo non si dà per vinto e si riprende il comando a Stavelot.

Terminato il primo giro, Villoresi ha già un vantaggio di 2 secondi su Farina, seguito a ruota da Ascari, Fangio e Taruffi. Sanesi, sull'ultima 159, ha già accumulato 20 secondi di ritardo ed è seguito dalle Talbot-Lago, già orfane di una monoposto (la nº 20 di Étanceline), ritiratasi per problemi alla trasmissione.
Il testa a testa per le prime posizioni continua anche nel secondo giro tra sorpassi e controsorpassi ma, alla sua conclusione, le posizioni risultano invariate rispetto al primo giro.

Dal terzo giro, Farina impone un ritmo molto elevato, stabilendo un record sulla velocità media nettamente superiore all'anno precedente. Villoresi non riesce a mantenere il ritmo, tanto che nel quarto giro cede la seconda posizione ad Ascari, e nel quinto cede la terza a Fangio. L'argentino ora sta girando su un ritmo molto costante e, dopo aver superato Ascari nel sesto giro, ha un ritardo di 7 secondi rispetto al leader Farina; distacco che, girando su una media di quasi 194 km/h, sta a mano a mano riducendo.
Nel frattempo, le Ferrari, hanno perso un po' di terreno poiché Villoresi è stato costretto ad un breve pit stop, per riparare una lieve perdita d'olio, e rientra in quinta posizione; Taruffi invece si ritira in seguito alla rottura dell'asse posteriore.

Al 10º giro, Fangio stabilisce il giro più veloce in 4′22″11, con una media di 193,94 km/h e, il suo ritardo da Farina è ora di +6″6; seguono Ascari (+45″1), Sanesi (+1′42″6), Villoresi (+1′44″7) e Rosier (+4′04″7).
Nel giro successivo, Sanesi è il primo a rientrare ai box per effettuare rifornimento e cambio gomme; nonostante sembri in difficoltà a causa del fumo che già fuoriesce dal radiatore, decide di ripartire ma, suo malgrado, la foratura all'impianto di raffreddamento, lo costringe al ritiro dopo pochi chilometri.
Al termine della 14a tornata, Farina e Fangio, sono ancora ruota a ruota ma, in seguito alla sosta del torinese, il comando della corsa passa all'argentino. Farina rientra in seconda posizione, andando a riprendersi la testa della corsa nel giro successivo quando è il turno di Fangio per il rifornimento.
La sosta dell'argentino si rivelerà un drammatico calvario: due raggi del cerchio posteriore sinistro si sono piegati, andando a bloccare lo pneumatico sul mozzo. I meccanici cercano in tutti i modi di smontare la ruota ma si devono rassegnare a sostituire direttamente il copertone sul cerchione incastrato. L'operazione dura ben 14 minuti!
Durante tutta l'attesa, l'atteggiamento di Fangio, suscita notevole ammirazione nel pubblico: il pilota di Balcarce infatti, mostra una calma olimpica, si rinfresca e pulisce con dovizia il piccolo parabrezza della sua 159. Quando finalmente riesce a ripartire, gli spettatori sono in completo visibilio e lo applaudono fragorosamente nonostante, le sue chances di fare bene, siano ormai del tutto spazzate via essendo rientrato in decima posizione con ben 4 giri di ritardo.

In testa, Farina ha ormai un notevole vantaggio sulle Ferrari, grazie anche alle soste di Ascari e VIlloresi per i rispettivi rifornimenti nel 17º e 20º giro. Più indietro, Fangio riesce a prendersi la nona posizione, andando a superare la Talbot-Lago di Chiron.

Nel 21º giro, Villoresi si vede costretto ad una seconda sosta ai box, per sostituire una ruota anteriore; Fangio si ferma invece due giri dopo, per rifornire la vettura e controllare gli pneumatici posteriori. Intanto Farina ha portato il suo vantaggio nei confronti di Ascari a 3 minuti, i quali gli consentono di effettuare la sua sosta ai box con tranquillità, rientrando poi in pista, nel corso della 25a tornata, con oltre 2 minuti di margine sul ferrarista che inizia ad accusare qualche problema ai freni.

Escluso il ritiro di Chiron per un guasto all'accensione nel 28º giro, la gara prosegue pressoché invariata sino alla bandiera a scacchi la quale pone il sigillo sulla netta vittoria di Farina. Completano il podio Ascari e Villoresi con diversi minuti di distacco. Fangio chiude in nona ed ultima posizione racimolando però il punto del giro veloce.

Con 12 punti, Farina torna leader nel Mondiale davanti a Fangio (10), Wallard (9), Taruffi, Nazaruk e Ascari (tutti a 6 punti).

Neparius